La salvezza era lassù, a qualche decina di centimetri, lungo la parete di un secchio azzurro scivoloso come il ghiaccio di una pista da pattinaggio. Eppure Polmo non si perdeva d’animo. Tentava e ritentava di arrampicarsi su quella invalicabile parete per scappare e riacquistare la libertà. Sventagliava le sue lunghe braccia tentacolari con violenza, cercando di aggrapparsi al bordo di quel secchio maledetto senza andarci, però, nemmeno vicino. Eppure Polmo era terribilmente cocciuto. Doveva trovare una strategia diversa. Pensava e ripensava a come potesse arrivare fin lassù. Quand’ecco una mano d’umano avvicinarsi pericolosamente all’interno del secchio. Polmo pensò di essere spacciato, già si vedeva calato nell’acqua bollente ancora intontito per le mazzate prese. Chiuse gli occhi per la paura, poi subito dopo li riaprì, pensando che quella potesse essere la sua unica opportunità. Si scansò in tempo dalla presa della mano di quel vile pescivendolo che afferrò a caso uno degli altri polpi che erano con lui nel secchio. Eccolo l’attimo da non farsi scappare, l’opportunità che stava aspettando da ore. Si aggrappò col suo braccio più forte ad uno dei tentacoli del polpo tirato su dal pescivendolo. Un ascensore che gli fece guadagnare quella decina di centimetri utili ad afferrare il bordo del recipiente. Silenzioso come un’ombra, scivolò lentamente lungo la parete esterna e guadagnò la strada. Era ufficialmente evaso. Scappò lungo il bordo del marciapiede, trovando refrigerio nell’acqua appantanata ai lati della strada dopo la pioggia del mattino. Vide un tombino sul lato opposto del selciato. Di lì a poco, dopo aver riacquistato la libertà, avrebbe conquistato anche la salvezza. Quel tombino era la sua porta d’accesso verso il mare. Si era coraggiosamente spinto a centro strada, sapendo che aveva poco tempo a disposizione. Lacrime di gioia gli scorrevano lungo il corpo, era ormai ad un passo dalla meta. Poi sentì un terribile stridore. Un motorino aveva frenato a pochi centimetri, riuscendo a scansarlo e a non investirlo. “Capo! ‘o purpo se ne sta fujenne!”, sentì urlare distintamente sopra di lui. In men che non si dica, una mano callosa lo afferrò per la testa e lo rigettò nel secchio. “Tu si ‘o primmo!” furono le ultime parole di un umano che udì. Di lì a poco si ritrovò intontito in un sacchetto. Poi finì fritto.
Ingredienti per 3 persone:
Un polpo di 400 gr circa
Sale alle alghe q.b.
Alloro q.b.
Pepe nero in grani q.b.
Un broccolo grande
Parmigiano q.b.
Due uova
Pepe q.b.
Sale q.b.
Burro q.b.
Un porro
100 gr. di farina 00 per frittura
Olio per frittura q.b.
Paprika dolce q.b.
Mentre pulite il polpo, rimuovendo la sacca contenuta nella testa, gli occhi e la bocca, fate bollire l’acqua che avrete aromatizzato con del sale alle alghe (va bene anche quello normale se non lo trovate), un paio di foglie di alloro e qualche acino di pepe nero. Quindi, quando l’acqua bollirà calate il polpo prima con le sole braccia, in modo che, a contatto con l’acqua bollente, si arriccino; poi il polpo per intero. Ci vorranno 45 minuti di cottura circa per ammorbidirlo per bene (il tempo varierà a seconda delle dimensioni del polpo).
Nel frattempo pulite e mondate i broccoli. Lessate anche quelli in acqua e sale. Scolateli quando saranno cotti e fateli freddare. Magari per qualche minuto in frigo.
Aggiungete in un mixer ai broccoli, le uova, sale, pepe e parmigiano. Quindi azionate il mixer fino ad ottenere un composto omogeneo, non perfettamente liscio.
Imburrate gli stampini per il flan e riempiteli col composto ottenuto. Quindi infornate a 180° per 25 minuti circa (forno statico), posizionando gli stampi in una terrina riempita per metà d’acqua, in modo che la cottura avvenga a bagnomaria. Nel frattempo il polpo sarà cotto.
Tagliate dal resto del corpo le braccia del polpo che poi andranno fritte (la parte restante riutilizzatela a vostro piacimento, magari in un’insalata veloce). Lavate, quindi, e tagliate a rondelle il porro.
Portate a temperatura, in una padella, l’olio. Quindi infarinate per bene (con una farina specifica per la frittura possibilmente) il porro e lasciatelo friggere per pochi secondi, dorandolo leggermente.
Ripetete la stessa operazione con il polpo, allungando chiaramente i tempi, fino al formarsi di una bella crosta dorata.
Asciugate sia porro che polpo su carta assorbente.
Sfornate i vostri flan e capovolgeteli sul piatto di portata, sfilando via lo stampino.
Quindi impiattate a vostro piacimento, completando con una spolverata di paprika dolce.
Bon Appetìt!